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💼📝10 cose da sapere prima di aprire una Partita IVA in Italia

Aprire una partita IVA è un passo cruciale per chi desidera avviare un'attività economica in Italia, sia come libero professionista che come imprenditore.

Ecco 10 aspetti fondamentali da considerare prima di intraprendere questa iniziativa.


1. Cos’è la partita IVA e chi deve aprirla?

La partita IVA è un codice identificativo di 11 cifre rilasciato dall’Agenzia delle Entrate, necessario per esercitare attività economiche in modo abituale e continuativo.


L’apertura della partita IVA è obbligatoria per:

  • Liberi professionisti: Avvocati, mediatori, notai, consulenti legali, medici di base, medici specialisti, psicologi, fisioterapisti, infermieri, odontoiatri, nutrizionisti, ostetriche, ingegneri civili, ingegneri meccanici, ingegneri elettrici, ingegneri informatici, architetti, geometri, periti industriali, commercialisti, revisori contabili, consulenti del lavoro, consulenti finanziari, esperti di gestione aziendale, sviluppatori web, graphic designer, social media manager, SEO specialist, consulenti IT, copywriter, esperti di marketing digitale, traduttori, interpreti, giornalisti, scrittori, fotografi, videomaker, illustratori, musicisti, insegnanti privati, coach professionali, formatori aziendali, esperti di e-learning, biologi, chimici, fisici, agronomi, veterinari, massaggiatori, esperti di yoga, naturopati, etc.

  • Artigiani: Muratori, piastrellisti, decoratori, carpentieri, intonacatori, falegnami, ebanisti, restauratori di mobili, fabbri, saldatori, serramentisti, lattonieri, elettricisti, idraulici, installatori di impianti fotovoltaici, panettieri, pasticceri, gelatieri, pizzaioli, cioccolatieri, sarti, stilisti, tappezzieri, ricamatori, riparatori di auto e moto, gommisti, carrozzieri, ceramisti, scultori, pittori, mosaicisti, incisori, parrucchieri, barbieri, estetiste, tatuatori, stampatori 3D, riparatori di dispositivi elettronici, etc.

  • Commercianti: titolari di negozi fisici o online.

  • Imprenditori individuali: persone che avviano un'attività in proprio.

  • Società: sia di persone (Società Semplice (SS), Società in Nome Collettivo (SNC), Società in Accomandita Semplice (SAS), che di capitali Società a Responsabilità Limitata (SRL), Società per Azioni (SPA), Società in Accomandita per Azioni (SAPA), Società a Responsabilità Limitata Semplificata (SRLS)..


Differenza tra partita IVA e codice fiscale: mentre il codice fiscale identifica una persona fisica o giuridica per fini fiscali personali, la partita IVA identifica chi svolge un’attività economica abituale.

 

2. Tipologie di regime fiscale disponibili

La scelta del regime fiscale è determinante per la gestione fiscale e contabile dell'attività.

In Italia, i principali regimi sono:

  • Regime forfettario: destinato a contribuenti con ricavi o compensi non superiori a specifici limiti stabiliti dalla legge. Offre semplificazioni contabili e una tassazione agevolata.

  • Regime ordinario (semplificato se ricorrono i requisiti): applicato a chi supera i limiti del regime forfettario o sceglie volontariamente di aderirvi. Prevede obblighi contabili più complessi e una tassazione basata sul reddito effettivo.

La scelta del regime fiscale più adatto dipende da vari fattori, tra cui il volume d'affari previsto e la tipologia di attività svolta.


3. Costi fissi e variabili della partita IVA

Aprire una partita IVA comporta diversi costi, sia fissi che variabili:

  • Costi fissi:

    • Contributi previdenziali: versamenti obbligatori all'INPS o alle casse professionali di categoria.

    • Spese di tenuta contabile: costi per la gestione della contabilità, soprattutto se ci si avvale di un commercialista.

    • Assicurazioni professionali: obbligatorie per alcune categorie professionali.

 

  • Costi variabili:

    • Imposte sul reddito: IRPEF per le persone fisiche, IRES per le società.

    • IVA: da versare periodicamente, salvo esenzioni previste dal regime fiscale scelto.

    • Spese operative: affitto, utenze, materiali di consumo, ecc.


Una pianificazione accurata di questi costi è essenziale per garantire la sostenibilità economica dell'attività.


4. Vantaggi e svantaggi del regime forfettario

Il regime forfettario presenta diversi vantaggi:

  • Semplificazione contabile: minori obblighi burocratici e contabili.

  • Tassazione agevolata: imposta sostitutiva ridotta rispetto ai regimi ordinari.

  • Esenzione IVA: non si applica l'IVA sulle fatture emesse, semplificando la gestione fiscale.


Tuttavia, vi sono anche alcuni svantaggi:

  • Limiti di fatturato: soglia massima di ricavi o compensi per poter aderire al regime.

  • Limitazioni nelle detrazioni: impossibilità di detrarre alcune spese, poiché la determinazione del reddito avviene in modo forfettario.

  • Esclusione da alcune agevolazioni: non accesso a specifici benefici riservati ad altri regimi fiscali.


È fondamentale valutare attentamente se il regime forfettario sia la scelta più conveniente per la propria attività.


5. Documenti necessari per aprire una partita IVA

Per l'apertura di una partita IVA, sono richiesti i seguenti documenti:

  • Modulo AA9/12: per le persone fisiche, da compilare con i dati personali e dell'attività.

  • Documento di identità valido: carta d'identità o passaporto.

  • Codice fiscale: necessario per l'identificazione personale.

  • Eventuale documentazione aggiuntiva: titoli professionali o autorizzazioni specifiche, in base alla tipologia di attività.


La presentazione può avvenire:


È consigliabile consultare un commercialista per assicurarsi di avere tutta la documentazione necessaria e compilare correttamente i moduli richiesti.


6. Codice ATECO per attività professionale

Il codice ATECO è una classificazione che identifica l'attività economica svolta.

La scelta accurata del codice è cruciale, poiché influisce su:

  • Regime fiscale: alcuni codici possono determinare l'accesso o l'esclusione da specifici regimi.

  • Contributi previdenziali: variazioni nelle aliquote contributive in base all'attività.

  • Obblighi amministrativi: differenti adempimenti burocratici a seconda del settore di appartenenza.

Ad esempio, per un consulente informatico, il codice ATECO potrebbe essere "62.02.00 - Consulenza nel settore delle tecnologie dell'informatica".

Una scelta errata può comportare sanzioni o l'applicazione di normative non pertinenti.


7. Contributi INPS per titolari di partita IVA

I contributi previdenziali sono obbligatori per i titolari di partita IVA e variano in base alla categoria professionale:

  • Gestione separata INPS: per i liberi professionisti senza cassa previdenziale specifica. L'aliquota contributiva è stabilita annualmente e si applica sul reddito imponibile.

  • Casse professionali: per professionisti specifici come avvocati, ingegneri o commercialisti, che devono iscriversi all’ente previdenziale di riferimento (es. Cassa Forense, Inarcassa). Le aliquote e le modalità di versamento variano a seconda della cassa.

  • Artigiani e commercianti: sono tenuti a versare i contributi fissi INPS, che includono una parte calcolata sul reddito d’impresa.


Un’attenta pianificazione dei contributi è essenziale per non trovarsi impreparati di fronte a scadenze fiscali importanti e per ottimizzare la gestione finanziaria dell’attività.


8. Obblighi fiscali per nuove partite IVA

Chi apre una partita IVA deve rispettare una serie di obblighi fiscali, che variano in base al regime scelto:

  • Regime forfettario:

    • Non si applica l’IVA alle fatture.

    • Nessun obbligo di registrazione delle fatture d’acquisto.

    • Dichiarazione dei redditi annuale con imposta sostitutiva.

  • Regime ordinario:

    • Obbligo di registrare fatture emesse e ricevute.

    • Liquidazione e versamento periodico dell’IVA.

    • Compilazione e presentazione del modello Redditi e della dichiarazione IVA.


In entrambi i casi, è importante tenere traccia delle scadenze fiscali per evitare sanzioni.


9. Deduzioni e detrazioni fiscali per liberi professionisti 💼

Gestire correttamente deduzioni e detrazioni fiscali è essenziale per ottimizzare il carico fiscale.

Tuttavia, è importante comprendere come queste si applicano nei diversi regimi fiscali, in particolare nel regime forfettario.


Differenza tra deduzioni e detrazioni fiscali 🔍

  • Deduzioni fiscali: sono importi che riducono il reddito imponibile prima del calcolo delle imposte, diminuendo la base su cui vengono applicate le aliquote fiscali.

  • Detrazioni fiscali: sono importi che si sottraggono direttamente dall’imposta lorda, riducendo il totale delle imposte da pagare.


Regime forfettario: costi predeterminati e nessuna detrazione ⚖️

Nel regime forfettario, il calcolo del reddito imponibile avviene applicando un coefficiente di redditività ai ricavi, senza possibilità di dedurre spese specifiche.

Questo significa che i costi sostenuti dal professionista (ad esempio, affitto, utenze, o spese per attrezzature) non possono essere considerati analiticamente.

Esempio:

  • Se il coefficiente di redditività è del 67%, su 20.000 € di ricavi il reddito imponibile sarà 13.400 € (67% di 20.000 €). I costi reali dell’attività non influenzano questo calcolo.

Unica eccezione: è possibile dedurre i contributi previdenziali obbligatori, riducendo così il reddito imponibile e, di conseguenza, le imposte.


Regime ordinario: deduzioni e detrazioni dettagliate 📊

Nel regime ordinario, invece, è possibile dedurre e detrarre analiticamente molte spese, tra cui:

  • Deduzioni fiscali:

    • Contributi previdenziali e assistenziali.

    • Spese per beni strumentali, come attrezzature e software.

    • Canoni di locazione e utenze dello studio professionale.

  • Detrazioni fiscali:

    • IVA sulle spese legate all’attività (per i soggetti IVA).

    • Spese mediche, interessi su mutui, e premi assicurativi (per le imposte personali).

Questa flessibilità rende il regime ordinario più vantaggioso per chi ha costi operativi significativi.


Come sfruttare al meglio deduzioni e detrazioni 💡

  • Conserva tutta la documentazione fiscale: fatture e ricevute devono essere archiviate correttamente.

  • Pianifica la gestione fiscale: valuta quale regime si adatta meglio alla tua attività, considerando ricavi e spese.

  • Affidati a un esperto: un commercialista può aiutarti a identificare tutte le opportunità fiscali disponibili.


10. Consigli per gestire una partita IVA senza errori

Gestire una partita IVA può sembrare complesso, ma con i giusti accorgimenti è possibile semplificare il processo e prevenire errori.

Ecco quindi alcuni consigli pratici:

  1. Pianifica le scadenze fiscali: utilizza un calendario fiscale o affidati a strumenti digitali per monitorare i pagamenti delle imposte.

  2. Automatizza la contabilità: investire in software gestionali può aiutarti a tenere traccia delle entrate e delle uscite in modo efficiente.

  3. Consulta un commercialista: un commercialista esperto può consigliarti sulle scelte fiscali migliori e gestire gli adempimenti per te.

  4. Aggiornati sulle normative: le regole fiscali possono cambiare, e mantenersi informati è fondamentale per evitare errori.

 


 

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